Fumo, verso il divieto totale: una legge illiberale

Addio totale al fumo, o quasi. Con un provvedimento messo a segno dai tecnici della Salute, a breve, sarà vietato fumare per legge anche all’aperto. Non sarà più possibile accendere una sigaretta, né tanto meno una e-cig, nei tavoli all’aperto di bar e ristorati, come anche alle fermate di bus, metro, treni e traghetti.

Lo scopo di questo disegno di legge è mettere fine al fumo nei luoghi aperti al pubblico, riducendo al minimo il rischio di fumo passivo.

Confermato anche quanto annunciato precedentemente dal Ministro della Salute, Orazio Schillaci, estendendo il divieto di fumo al chiuso anche a Iqos, prodotti da svapo e similari che, ad oggi, non sono soggetti a limitazioni eccetto nelle scuole e negli spazi adiacenti agli ospedali. Addio anche alle sale fumatori degli aeroporti e altri locali al chiuso. La multa per chi trasgredisce ai nuovi divieti è di 275 euro, ridotta del 50% se si paga entro 60 giorni.

La prima legge che sancì il divieto di fumo al chiuso fu emanata nel 1975, quest’ultima vietava ai passeggeri dei mezzi di trasporto pubblico di accendere sigarette e qualsiasi oggetto che contenesse tabacco raffinato. Ulteriori restrizione furono introdotte nel 2003 con la Legge “Sirchia”, questo emendamento vietò il fumo nelle scuole e in tutti gli ambienti pubblici al chiuso. In precedenza era concesso fumare all’interno dei ristornati, negli uffici pubblici e anche negli aerei di linea.

È stato anche interesse delle amministrazioni che si sono susseguite nel corso dei primi anni del secondo millennio tutelare la salute degli individui che non fanno uso di sigarette, incoraggiando i fumatori stessi a lasciare le dipendenze della nicotina. I fumatori non subirono ulteriori restrizioni ma gli articoli di tabaccheria subirono un aumento del prezzo di vendita e furono introdotti messaggi sui pacchetti di sigarette per dissuadere le persone e incoraggiarle a smettere di fumare.

I divieti che entreranno in vigore nei prossimi giorni sono molto discutibili.

Si può essere certamente d’accordo, anzi bisognerebbe esserlo, sul fatto che occorre avere rispetto verso chi non fa utilizzo di sigarette e simili. Credo però, al tempo stesso, che eliminare completamente le sale fumatori di aeroporti, bar e ristoranti sia un qualcosa che limita la libertà individuale, in un semplice termine un qualcosa di illiberale. Lo stesso Daniele Capezzone, giornalista e critico televisivo, ha replicato sottolineando come “L’ipotesi di divieto di fumo all’aperto sia illiberale, antiscientifica e superstiziosa” confidando che “il Governo la cestini presto”.

Le aree fumatori esistono per tutelare i non fumatori e, inoltre, mi sembrerebbe assurdo precludere la facoltà di accendere una sigaretta nell’attesa di un bus se nell’area circostante non sono presenti persone. Occorre invece il buon senso, non di certo una legge assai discutibile che spero, come gran parte della popolazione, possa essere rivista prima di farla entrare definitivamente in vigore.

Samuele Indirli